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Come chiudere un grande impianto di CDZ senza griglie

Come chiudere l’unità di condizionamento canalizzato evitando griglie e garantendo una manutenzione semplice?

Sai bene che gli impianti di condizionamento canalizzato presentano un’unità canalizzabile posizionata in un controsoffitto, che distribuisce l’aria climatizzata attraverso bocchette, talvolta motorizzate, incassate a parete o soffitto.

Le dimensioni dell’unità di solito non sono inferiori a 800mm x 550mm (L x H), salvo alcuni modelli particolarmente compatti.
L’unità deve prelevare aria dall’ambiente e quindi non può essere sigillata all’interno del controsoffitto.

Nel caso di un plenum motorizzato, molto comune negli impianti moderni, l’ingombro aumenta ad almeno 800mm x 750mm (L x H).
Se vengono utilizzate bocchette motorizzate, queste devono essere accessibili per la manutenzione tramite un’apertura idonea.

Detto questo, sai anche tu che l’accesso comodo all’unità interna canalizzabile è essenziale per completare l’installazione dell’impianto, il collaudo e per la successiva manutenzione.

Spesso, l’accesso al CDZ (impianto di condizionamento canalizzato) viene creato tramite piccole botole in cartongesso posizionate sotto l’unità a controsoffitto.
Altre volte si utilizza solo la griglia fornita con l’impianto, che è sufficiente per lo scambio d’aria, ma non adeguata per l’accesso al vano, che abbiamo detto essere essenziale.

Le botole in cartongesso sono sicuramente l’opzione più conosciuta. Ma ti assicuro (e probabilmente lo sai anche tu) che hanno dei limiti importanti che devi considerare.

Le botole in cartongesso più grandi sono troppo pesanti e difficili da manovrare da soli. Quelle di dimensioni standard sono comunque inadeguate.

Cosa voglio dire?

  • Da un lato la chiusura di un impianto dovrebbe essere sicura ma anche efficiente per permettere senza problemi l’ispezione, quando necessaria.
  • Dall’altro, la chiusura dovrebbe essere invisibile per uniformarsi perfettamente con l’ambiente circostante evitando di disturbarne l’armonia.

Le solite botole in cartongesso non sono in grado di rispondere perfettamente a questi parametri a causa dei loro limiti tecnici.
Questi stessi limiti (il cartongesso, la forma del telaio, gli accessori e i sistemi di chiusura e apertura) impediscono alle botole in cartongesso di:

1• chiudere impianti a soffitto di grandi dimensioni rimanendo solide e sicure

2• chiudere impianti in ambienti umidi o con presenza di acqua

3• chiudere impianti mantenendo la possibilità di far passare l’aria

4• chiudere impianti collocati all’esterno o in zone fredde / non riscaldate.

Approfondiamo insieme i due punti fondamentali della questione.

Passaggio dell’aria e limiti delle griglie

Utilizzando le botole in cartongesso, quindi, non si risolve il problema della ripresa d’aria dell’unità di condizionamento; risulta perciò necessario posare comunque la griglia fornita con la macchina. La griglia standard è spesso antiestetica e salta subito all’occhio.

Sicuramente penserai di aver visto botole in cartongesso forate e fessurate. Lasciale perdere!
Quando fori o fessuri una lastra di cartongesso non fai altro che esporre il gesso alle variazioni di temperatura e umidità dell’ambiente circostante.
Capirai bene che una botola in cartongesso forata o fessurata per chiudere un impianto (che spesso inevitabilmente genera umidità o condensa) non è una buona idea.
Rischi di mettere nell’ambiente un prodotto che nel tempo si degraderà compromettendo tutto il lavoro che hai fatto. Il gesso esposto è solo un punto debole che alla lunga darà solo problemi.

Inoltre, a livello estetico, la carta della lastra non risulterà uniforme e nonostante la finitura, lo spessore del gesso esposto non ti permetterà di ottenere un risultato impeccabile.

Dimensioni sufficienti per lavorare comodi e sicuri sull’impianto

L’accesso al vano nel controsoffitto dovrebbe consentire la rimozione completa dell’unità di condizionamento, se necessario.
Se ti ritrovi con una botola in cartongesso, quindi, i problemi sono due:

  1. È troppo piccola. Quindi si dovrà demolire parzialmente il controsoffitto in caso di rimozione dell’unità.
  2. La botola è grande abbastanza, ma proprio a causa delle sue dimensioni è difficile da manovrare per una persona sola e nel tempo si degrada e si imbarca.

Infine, nelle ultime fasi del cantiere gli elettricisti dovranno effettuare i collegamenti elettrici ed installare la centralina degli ormai sempre più diffusi comandi radio delle bocchette. Perciò avranno bisogno di accedere all’unità di condizionamento, alle serrande, alle bocchette e alla scatola in cui prevedono di installare la centralina. Spesso questi accessi non vengono previsti e l’elettricista è costretto ad arrangiarsi come può.

Per l’impiantista, un impianto di condizionamento canalizzato chiuso in questa maniera rappresenta un problema serio in ogni fase:

• Durante il collaudo, potrebbero emergere errori nell’installazione o difetti di fabbrica dei macchinari posati, rendendo difficile la sostituzione di componenti senza demolire parzialmente il controsoffitto.

• Anche la regolare manutenzione dell’impianto diventa un’operazione difficoltosa, se le botole predisposte sono inadeguate. la sostituzione di un filtro diventa una prova di forza per la movimentazione della pesante botola in cartongesso, oppure un esercizio di contorsionismo se troppo piccola.

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