Ma che tu li costringi a vivere se sottovaluti la scelta delle chiusure per impianti
Patrizia ha comprato pochi anni fa un appartamento: un ambiente nuovo, curato e piacevole da abitare.
O quasi… L’impresa costruttrice aveva ignorato un dettaglio che in poco tempo è diventato un’angoscia per lei: una botola marcia e scrostata in bagno, che rimaneva attaccata al soffitto un po’ per miracolo, un po’ per la placchetta che aveva dovuto fissare a un angolo cedevole.

Purtroppo, non è una storia di fantasia:
In aggiunta, la sua preoccupazione non era solo dovuta alla pericolosità della botola, ma anche a come trovare un rimedio. Rivolgersi a chi quella chiusura l’aveva installata non era certo un’opzione, visto il lavoro grossolano fatto in primo luogo.
Casi come questi sono all’ordine del giorno; addirittura il suo vicino di casa aveva lo stesso identico problema, ed è stato lui a consigliarle la soluzione.
Ma prima di scoprirla, analizziamo il motivo per cui questi incubi si verificano: probabilmente è qualcosa che non avevi minimamente considerato.
Quando un ambiente viene progettato e poi costruito, la trafila che riguarda le chiusure per impianti è questa:
- L’architetto progetta tutto nei dettagli, ma crede che le botole non siano di sua competenza e delega l’intero aspetto all’impresa e all’impiantista;
- L’impiantista si limita a fare il suo lavoro di installazione del macchinario, senza curarsi di quale botola andrà a coprirla – sebbene questa diventerà l’immagine del suo intervento.
- L’impresa non può delegare a sua volta la scelta, se non al proprio posatore. Quest’ultimo è un esperto di costruzioni a secco, ma non di volumetrie e di impiantistica. Se gli esperti in questi settori non hanno dato indicazioni, lui farà la scelta che appare più sensata: comprare la botola più economica (e normalmente la scelta ricade su quelle in cartongesso).
E chiedete a Patrizia, o qualunque altro inquilino che ha subito lo stesso trattamento, quali sono i risultati.

Finora forse ti è sembrato un dettaglio di poco conto, ma se trascuri questo aspetto costringi i tuoi clienti a una serie di disagi che nessuno vorrebbe vivere. Per la precisione:
1. Ispezione da incubo
Certo, non è l’inquilino a doversene occupare direttamente, ma è coinvolto nella questione dato che deve organizzare gli interventi periodici di manutenzione. E nella maggior parte dei casi ecco cosa accade al momento dell’ispezione:
- La botola fatica ad aprirsi e chiudersi: sistemi di fissaggio obsoleti o degrado del pannello portano quest’ultimo a incastrarsi a soffitto. L’impiantista potrà rifiutarsi di eseguire il lavoro: significa tempo perso per tutti e costi extra da sostenere;
- Durante la rimozione della botola si scrosta la finitura: va richiamato il pittore e anche in questo caso si tratta di dedicare ulteriore tempo e denaro per risolvere la questione.
L’inquilino deve quindi impiegare una giornata per chiamare i rinforzi, rimuovere la botola, pulire il bagno dai pezzi di stucco che cadono e riverniciare a lavori finiti.
Insomma, l’ispezione diventa un’impresa e nessuna delle parti la vive positivamente.
2. Estetica orribile
A cosa è dovuto un risultato approssimativo? Poniamo anche il caso che sia stata posata nel migliore dei modi (impresa ardua con queste botole). Il tipo di telaio, le tecnologie di fissaggio ferme a 30 anni fa, e il materiale pesante suscettibile all’umidità e alle deformazioni, comportano il formarsi di crepe, scuretti irregolari e l’imbarcamento del pannello.
Se poi non è stato fatto un lavoro di progettazione a monte, si rischia di ritrovarsi con una botola “nel posto sbagliato”.
Ad esempio asimmetrica rispetto all’ambiente: quando l’architetto delega l’intero aspetto alle maestranze, la botola viene spesso posata in un punto che non combacia con le linee dello spazio circostante – perché il posatore si limita a coprire l’impianto e non sa quali mobili, porte o punti luce verranno messi dopo. Basta questo a rovinare l’armonia percepita dall’abitante di casa.

3. Rischio di demolizione
Se l’impianto è più grande della botola, per sostituirlo (in caso di guasti) non lo si può far passare attraverso l’apertura a soffitto.
Cosa si è costretti a fare, quindi? Esatto, demolire tutto. Ma all’inquilino chi ha il coraggio di dirlo?
4.Poca sicurezza
Le grandi dimensioni e la rottura progressiva dei sistemi di apertura portano la botola a sporgere rispetto al soffitto o ad aprirsi da sola. Chi vive lo spazio inizia a temere (anche giustamente) la caduta della botola. Diventa una situazione sempre più insostenibile.
Insomma, quella che per te è la semplice scelta tra una botola e un’altra, di cui dimenticarsi a cantiere finito, al tuo cliente causa anni di disagi e frustrazioni (e la tua immagine non sarà certo positiva ai suoi occhi).

Quindi come si possono evitare tutti questi elementi?
Scopri come ha fatto Patrizia:
E se al posto del vicino di casa di turno ci fossi tu, nella tua competenza di professionista, a salvare inquilini su inquilini da questi incubi?

Per diventare definitivamente un eroe agli occhi dei clienti non devi certo stravolgere il tuo modo di lavorare. Ma solo fare un altro passo e scoprire, come sempre più professionisti stanno facendo, i vantaggi di GIGAbotola.