Da impiantista, pensi che una volta installato l’impianto il tuo lavoro sia finito, e ciò che succede dopo non sia di tua competenza?
È la domanda che abbiamo fatto a diversi impiantisti e hanno tutti risposto di no: disinteressarsi di come le altre maestranze chiuderanno l’impianto vuol dire mettere a rischio la propria reputazione e la soddisfazione del cliente.
Ti capita di delegare completamente la scelta della botola d’ispezione al posatore?
Così facendo rischi di annullare la qualità del tuo intervento. Vediamo perché.
Da professionista del settore conosci benissimo i prodotti più comuni con cui chiudere impianti a soffitto:
• Botole in cartongesso
• Botole in legno (o simili realizzate dai falegnami)
• Sportelli a soffitto (quelli con cerniere fisse, per intenderci)
• Griglie d’aerazione in laminato
Sebbene non siano le uniche soluzioni, sono le più conosciute. Quindi è quasi certo che il posatore (non esperto di impianti come te) opterà per una di esse, causando incolpevolmente una serie di effetti disastrosi.
Ecco i 4 principali:
1. Difetti estetici


Sorvoliamo sulla griglia – sporgente, piccola e che dà un aspetto industriale all’ambiente.
Cartongesso e legno sono materiali suscettibili alla condensa, umidità e sbalzi di temperatura. Come possono chiudere adeguatamente un impianto? La risposta già la sai: non possono. E così la botola inizia a imbarcarsi in pochissimo tempo.
Tu non hai né ordinato né installato quella botola. Ma il cliente si è rivolto a te per installare l’impianto. La botola che lo chiude è un elemento accessorio del tuo lavoro.
Il cliente vedrà l’impianto che hai messo nel controsoffitto forse un paio di volte all’anno. La botola che lo chiude, scrostata e gonfia di umidità, la vedrà ogni singolo giorno.
La tua immagine di professionista sarà associata alla chiusura più che all’impianto. I non esperti (come appunto i clienti finali) non conoscono i tecnicismi. Ciò che sono in grado di valutare è l’aspetto e la funzionalità della chiusura a soffitto, più di come funziona l’impianto in sé.
2. Difficoltà nell’estrazione


Non solo le botole elencate prima tendono a deformarsi, ma presentano anche sistemi di fissaggio obsoleti e mal progettati. Il loro tempo di usura è brevissimo e dopo poche ispezioni si farà fatica ad aprirle.
Questo sarà causa di:
• Pezzi di stucco che cadono
• Sforzi enormi per rimuoverle e riagganciarle (servirà tanto tempo e l’aiuto di altre persone)
• Necessità di riverniciare ogni singola volta
Insomma, la casa diventa un cantiere a ogni semplice apertura, creando un disagio all’inquilino che tu avresti potuto evitare.
Ma non solo: tu fatichi enormemente a svolgere il tuo lavoro. A volte ti è addirittura impossibile rimuovere la botola per lavorare all’impianto. Perdi tempo e denaro ogni volta che capita!
Ecco alcune testimonianze che negli anni abbiamo raccolto da privati e professionisti come te:
Poi c’è la terza alternativa: la mossa della disperazione di chi è stufo di cartongesso e legno.
Parliamo delle ante a soffitto: progettate per chiudere situazioni a parete ma posate in orizzontale pensando che non daranno problemi.
Per loro natura queste hanno le cerniere fisse, che a ogni apertura vanno svitate una ad una (per non lasciarle a reggere l’intero peso dello sportello penzolante, causandone la rottura praticamente certa).
3. Difficoltà nell’ispezione


La difficoltà e il pericolo di rimuovere e rimettere queste “botole” sono già il primo ostacolo alle ispezioni. Infatti, molti impiantisti si rifiutano (giustamente) di occuparsene, magari anche tu.
Ma l’ispezione dell’impianto la devi comunque fare, e ogni volta devi fare i conti con un altro possibile incubo: la dimensione troppo piccola dell’apertura. Ogni ispezione è una sfida per spalle e schiena nel tentativo di raggiungere ogni parte dell’impianto. Peggio ancora se alcune parti sono da rimuovere e/o sostituire.
Questo perché il cartongesso e il legno sono materiali pesanti per natura. Creare aperture di dimensioni comode significherebbe dover mettere botole grandi, quindi pesantissime da maneggiare e inarcate in poche settimane.
4. Limiti nella funzionalità
Se riesci a essere persuasivo, puoi anche convincere il cliente che non puoi fare nulla per i difetti estetici e pratici. Ma se si parla della funzionalità dell’impianto?
La scelta sbagliata della botola incide anche su questo aspetto, e non parliamo di casi limite ma piuttosto comuni.
Ecco i rischi principali:
Il cartongesso non può essere forato o fessurato


Diversi impianti hanno bisogno del passaggio dell’aria per funzionare, pensiamo alla CDZ o la VMC.
Negargliela significa trovarsi con accumuli di acqua e condensa che causeranno guasti in breve tempo.
È vero, le botole in cartongesso fessurate esistono. Ma se il gesso è stato pensato per stare chiuso tra due strati di carta un motivo c’è. Anzi due:
- Il gesso esposto si sgretola finendo nell’aria e sull’impianto
- Le aperture indeboliscono la lastra causandone la deformazione
Aperture piccole rispetto al vano dell’impianto, telai ingombranti e sistemi di fissaggio progettati sommariamente


Queste sono caratteristiche tipiche delle botole in legno/cartongesso. Queste vanno a togliere spazio o addirittura a urtare la macchina nel controsoffitto, causando graffi, vibrazioni o collisioni che sono spesso causa di danni.
Come se non bastasse, in caso di sostituzione dell’impianto, chi glielo dice al cliente che bisognerà demolire il controsoffitto perché la macchina non può passare per l’apertura?
Se sarai tu a dirglielo, ti toccherà avere una conversazione spiacevole che preferiresti evitare.
Se sarà qualcun altro, il primo pensiero del cliente andrà comunque a te e a come non si rivolgerà mai più alla tua azienda per questi lavori.
Ma ora forse stai pensando:
“Se le chiusure in commercio danno tutte gli stessi problemi, che differenza fa se scelgo io o il posatore?”
La buona notizia è che esiste una chiusura pensata per risolvere tutto ciò, che potrai proporre al cliente insieme all’impianto per un lavoro completo e di fino.


Parliamo di GIGAbotola: l’unica botola non in cartongesso adatta a chiudere i grandi impianti a soffitto.
Ma lascia che siano altri professionisti come te a dirtelo:
I vantaggi saranno evidenti anche ai clienti finali, che avranno un elemento a loro più comprensibile con cui giudicare e apprezzare il tuo lavoro:


Ora la scelta sta a te:
Vuoi continuare ad annullare i tuoi sforzi lasciando i clienti nell’insoddisfazione?
O vuoi dare al tuo lavoro impeccabile di impiantista la giusta chiusura, che oltre a semplificarti la vita sarà il tuo degno biglietto da visita?
Non ti resta che scoprire GIGAbotola e proporla con ogni impianto che installi.