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VMC: come chiudere al meglio questo tipo di impianti senza ricorrere alle botole in cartongesso o agli sportelli a soffitto?

Un sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC) consente il continuo ricambio dell’aria di ambienti interni nei quali non è possibile o non è conveniente uno scambio diretto con l’esterno.

Nel caso di involucri moderni e performanti, ad esempio, aprire le finestre per gestire il ricambio d’aria vanificherebbe le prestazioni termiche raggiunte; quindi è necessario un sistema di ventilazione meccanica che espella l’aria esausta che si trova all’interno degli ambienti ed immetta nuova aria proveniente dall’esterno, purificata e portata a temperatura.

Sai bene che un sistema VMC tipico è composto da un’unità interna di dimensioni considerevoli, solitamente intorno a 1300mm x 1500mm (L x H), che, tramite un sistema di distribuzione, facilita lo scambio d’aria tra interno ed esterno a seconda delle necessità. 

Questa unità spesso viene installata all’interno di un controsoffitto per ottimizzare lo spazio.

In maniera simile ad un impianto di condizionamento canalizzato, dev’essere garantito l’accesso alla VMC tramite un’idonea apertura nel controsoffitto, oltre a garantire uno scambio d’aria tra il vano e l’ambiente. 

Spesso, aperture così grandi vengono chiuse con sportelli in legno, che risultano però scomodi, in quanto non estraibili come una botola, e non a filo, dato che presentano un telaio nascosto con dei coprifili.

Nella maggior parte dei casi, l’accesso alla VMC è fatto con grosse botole in cartongesso.

Le botole in cartongesso sono sicuramente sono l’opzione più conosciuta. Ma ti assicuro (e probabilmente lo sai anche tu) che hanno dei limiti importanti che devi sapere.

Cosa voglio dire?

  • Da un lato la chiusura di un impianto dovrebbe essere sicura ma anche efficiente per permettere senza problemi l’ispezione, quando necessaria.
  • Dall’altro, la chiusura dovrebbe essere invisibile per uniformarsi perfettamente con l’ambiente circostante evitando di disturbarne l’armonia.

Le solite botole in cartongesso non sono in grado di rispondere perfettamente a questi parametri a causa dei loro limiti tecnici.

Questi stessi limiti (il cartongesso, la forma del telaio, gli accessori  e i sistemi di chiusura e apertura) impediscono alle botole in cartongesso di:

  • chiudere impianti a soffitto di grandi dimensioni rimanendo solide e sicure 
  • chiudere impianti in ambienti umidi o con presenza di acqua 
  • chiudere impianti mantenendo la possibilità di far passare l’aria
  • chiudere impianti collocati all’esterno o in zone fredde / non riscaldate 

Utilizzando le botole in cartongesso per chiudere impianti di VMC, quindi, non si risolve nemmeno il problema della ripresa d’aria dell’unità di condizionamento

Risulta perciò necessario posare comunque la griglia fornita con la macchina. La griglia standard è spesso antiestetica, salta subito all’occhio e non è verniciabile.

Sicuramente penserai di aver visto botole in cartongesso forate e fessurate. Lasciale perdere! Il gesso esposto è solo un punto debole che alla lunga darà solo problemi.

Il tema principale su cui riflettere, però, è che l’accesso al vano nel controsoffitto dovrebbe consentire la rimozione completa dell’unità di condizionamento, se necessario. 

Se ti ritrovi con una botola in cartongesso, quindi, i problemi da affrontare sono due:

1. È troppo piccola. Quindi si dovrà demolire parzialmente il controsoffitto in caso di rimozione dell’unità.

2. La botola è grande abbastanza, ma proprio a causa delle sue dimensioni è difficile da manovrare per una persona sola e nel tempo si degrada e si imbarca.

Infine, nelle ultime fasi del cantiere gli elettricisti dovranno effettuare i collegamenti elettrici ed installare la centralina degli ormai sempre più diffusi comandi radio delle bocchette. Perciò avranno bisogno di accedere all’unità di condizionamento, alle serrande, alle bocchette e alla scatola in cui prevedono di installare la centralina. Spesso questi accessi non vengono previsti e l’elettricista è costretto ad arrangiarsi come può.

Per l’impiantista, un impianto di condizionamento canalizzato chiuso in questa maniera rappresenta un problema serio in ogni fase

  • Durante il collaudo, potrebbero emergere errori nell’installazione o difetti di fabbrica dei macchinari posati, rendendo difficile la sostituzione di componenti senza demolire parzialmente il controsoffitto.
  • Anche la regolare manutenzione dell’impianto diventa un’operazione difficoltosa, se le botole predisposte sono inadeguate. La sostituzione di un filtro diventa una prova di forza per la movimentazione della pesante botola in cartongesso, oppure un esercizio di contorsionismo se troppo piccola.

Molto probabilmente hai vissuto, almeno in parte almeno una di queste situazioni.

Ti sembrano questi dei buoni motivi per abbandonare i vecchi sistemi per chiudere gli impianti e scoprirne finalmente uno che ti permetterà di non dover più affrontare tutti i problemi di cui ti ho appena parlato?

Se la risposta è sì, devi proprio scoprire la GIGAbotola.

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